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Davide Canavesio: il vantaggio del franchising fatto bene? La precisione!

Davide Canavesio è un imprenditore e investitore torinese, appassionato di innovazione e sviluppo.

Ha aperto il suo primo Burger King nel 2017 e oggi è un multi unit franchisee che vede nell’affiliazione commerciale grandi potenzialità. 

Che cosa mi ha affascinato nella ristorazione in franchising in particolare? La precisione dei tempi e dei metodi: non c’è nessun processo scoperto, persino come lavarsi le mani in ogni passaggio”.

Nel 2017 è fondatore e ceo di BKNO e apre come franchisee il primo store a marchio Burger King. Con un ritmo di quattro aperture all’anno a dicembre 2022 arriva a 18 locali. Da gennaio 2022 BKNO entra nella famiglia del Gruppo Blooming, che oggi gestisce 35 punti vendita in Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria, per 6 marchi: Burger King, Rossopomodoro, Alice Pizza, Befed, Lab, Barotto.

Quante persone impiega?

«Ad oggi Blooming Group impiega circa 600 persone, 25 negli uffici. Di queste, il 63 per cento sono donne e il 37 per cento uomini. Un occhio di riguardo è dedicato all’integrazione del personale di oltre 30 nazionalità diverse, con un totale di 55 per cento di collaboratori italiani e 45 per cento stranieri. Il Gruppo garantisce, inoltre, l’assenza di discriminazioni nella selezione, assunzione, formazione, gestione, sviluppo e retribuzione del personale, come previsto dal Codice Etico aziendale».

Perché ha deciso di puntare sulla formula del franchising?

«Nel 2015 avevo venduto l’azienda di famiglia, che operava nel settore della metalmeccanica, e ho iniziato a guardare ad altre forme di business. Ho trovato nel food modelli che hanno attirato il mio interesse. Da subito sono stato determinato ad aprire più locali, come dicevo prima mi ha colpito la precisione dei tempi e dei metodi dei franchisor seri, senza la quale non si possono raggiungere risultati significativi.

Oggi abbiamo centralizzato per dare ancora più supporto agli store e migliorare la gestione, anche del personale. Uno dei nostri punti di forza è che abbiamo un altissimo grado di fidelizzazione dei dipendenti e dei collaboratori. Le persone che lavorano con noi rimangono con noi, c’è uno spirito di azienda molto forte».

Con questi numeri di fatto siete una media impresa…

«Sì, credo che il franchising sia una formula con un altissimo potenziale in Italia, ma che debba professionalizzarsi, sia lato franchisor che lato franchisee. Vedo ancora troppi operatori ‘mordi e fuggi’».

Quali sono i suoi obiettivi futuri?

«Diventare un player rilevante nel settore del retail».

Ha mai pensato di diventare franchisor?

«Franchisor no, non mi vedo a creare il mio format, ma vorrei, passo dopo passo aprirmi a marchi internazionali come master franchisee. E continuare a diversificare non solo nei brand ma anche nei settori».

Chi è Davide Canavesio?

Dopo gli studi di economia a Torino e Harvard, nel 1999 fonda la sua startup, Envision, specializzata in comunicazione istituzionale e relazioni internazionali. Consulente di Bain & Company a Londra per società di Roma, Milano, Londra, Boston e Teheran, nel 2006 rientra in Italia per internazionalizzare l’azienda di famiglia Saet.

Oltre alle attività imprenditoriali e di investimento, Davide Canavesio si è impegnato anche come manager pubblico: dal 2014 al 2020 è stato amministratore delegato di Environment Park, il parco tecnologico di Torino, e dal 2012 al 2018 di TNE – Torino Nuova Economia, società proprietaria delle aree industriali dismesse di FCA a Mirafiori.

È il fondatore delle associazioni Nexto e GammaDonna ed è stato Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Torino. Dal 2016 insegna Corporate Finance all’Università degli Studi di Torino.

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