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Uniexportmanager punta sul franchising

Vogliamo riportare al centro del sistema export Italia la figura professionale dell’export manager, e siamo determinati a contribuire all’obiettivo di aumentare il numero delle aziende italiane che diventano realmente esportatrici”. E’ la missione di Uniexportmanager, associazione fondata nel dicembre 2018 su iniziativa del Presidente Giuseppe Vargiu,  export manager ed esperto di digitale, attivo nel mercato da 35 anni. A oggi l’associazione conta 50 soci e riunisce gli operatori, professionisti ed esperti, che operano in modalità autonoma nell’export management, nel commercio internazionale e nelle attività connesse all’internazionalizzazione, ed accompagna la continua evoluzione della professione attraverso le reti di impresa, il digitale, l’innovazione. “Riuniamo gli export manager che si riconoscono in un nuovo modo di concepire l’export in termini di innovazione, digitale, nuovi modelli di lean management e attraverso di loro, in sinergia con le istituzioni, incrementare l’export del made in Italy e accrescere il numero delle aziende italiane esportatrici”, si legge ancora nel documento di nascita di Uniexportmanager. In una ottica di innovazione del modello export, l’associazione ha dato vita alla sperimentazione con canali innovativi, primi tra tutti il franchising e il digitale. In questo contesto si sviluppa il progetto Franchising Export 4.0, con delega in capo a Raffaella Còndina, Senior Partner CONDINA & Associati, esperta di franchising che da venticinque anni segue la progettazione strategica e lo sviluppo di insegne in franchising in chiave domestica ed internazionale, per la valorizzazione di modelli innovativi di export del made in Italy imperniati sul franchising e sui format  innovativi nel commercio, nella ristorazione e nei servizi.

Questo il programma dell’associazione:

1) Libera concorrenza sui servizi export: eliminare le distorsioni sul mercato dei servizi Export Management indotte dalle disposizioni che escludono la libera scelta dei professionisti

2) No interposizioni: Porre fine alla odiosa pratica che obbliga le aziende che vogliono beneficiare di incentivi export a passare attraverso società accreditate, impedendo il libero ingaggio di professionisti ed export manager.

3) Norma Uni che presieda all’esercizio della professione  con linee guida semplici e precise  in modo da qualificare l’attività di Export Manager per poter dare certezze e garanzie di qualità al mercato e aumentare il riconoscimento professionale dei singoli professionisti

4) Export Manager presente in modo permanente come figura professionale nelle aziende. Vogliamo porre fine all’illusione che interventi temporanei di management risolvano i problemi export delle aziende. Proponiamo nuove formule  alternative ai TEM, come il Fractional Export Management per consentire alle aziende medio piccole di avvalersi dei queste professionalità.

5) Valorizzazione delle attività svolte in Smart Working

6) Tutela dei colleghi che lavorano dall’Estero

7) Sperimentazione continua di nuovi modelli di sostegno permanente all’internazionalizzazione  e all’innovazione dei processi export anche attraverso progetti pilota e diffusione di best practice e metodologie di Fractional Export Management, Lean Management, Smart Working, Innovazione Digitale.

 

 

 

 

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