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Quando la birra vince sul Covid. L’apertura del primo Doppio Malto a Palermo nel 2021 grazie a Gianluca D’Ignoto

doppio Malto

Gianluca D’Ignoto, un vero ristoratore ma anche un ragazzo giovane di soli 35 anni che non ha avuto paura di continuare a inseguire il suo progetto anche durante uno dei periodi più difficili quello del Covid-19 e della relativa pandemia. Con la sua voglia di crescere e mettersi in gioco però, è riuscito ad aprire in join venture con Doppio Malto il suo primo locale a Palermo proprio nel 2021! Ma scopriamo di più sull’avventura di questo coraggioso imprenditore!

Ha iniziato a 16 anni come cameriere, obbligato dalla necessità di portare a casa uno stipendio. Oggi Gianluca D’ignoto, origini siciliane, ma trapiantato a Parma, di anni ne ha 35, e guarda con soddisfazione al suo locale Doppio Malto di Palermo.

“Ho aperto il mio primo ristorante in joint venture con questo brand a maggio del 2021, quando ancora eravamo tutti condizionati dalle regole anti-Covid. Ma stavo realizzando il sogno di una vita e non mi sono lasciato spaventare dalla situazione. Insomma, ci vuole un po’ di coraggio” questo quello che dice Gianluca, che a distanza di quasi un anno dall’apertura pensa già in grande per il futuro e pianifica nuove aperture. La sua storia è fatta di esperienza, lungimiranza e tanta passione, come ci racconta lui stesso.

Quando hai deciso di aprire un locale Doppio Malto?

Io vengo dalla ristorazione. Quella che prevede una lunga, ma utile gavetta. Sono partito dal basso, poi via via ho raggiunto vari livelli di responsabilità e, nel 2012, ho aperto un mio primo locale con un network di Piadinerie. Nel 2019 di store ne avevo quattro e di successo. Ma questo tipo di lavoro mi stava stretto, io cercavo l’esperienza di un vero ristorante tutto mio. Peraltro, birra e carne cotta alla brace sono la mia passione, quindi il passo successivo è stato scontato.

Conoscevi già il marchio Doppio Malto?

Sì, ma la scintilla è scoccata perché andavo spesso sul lago di Garda, nella zona di Verona, e lì ho visto un locale Doppio Malto, il primo in franchising. Io sono nato in Sicilia, ma a 18 anni mi sono trasferito a Parma per lavoro, quindi mi capitava, anche girando per turismo, di incontrare altre realtà, in diverse zone d’Italia. Tutt’ora non abito in Sicilia, ci vado 10-12 giorni al mese per vivere in prima persona il mio locale, ma ho delegato la gestione quotidiana a uno staff di professionisti molto competenti, che sono stati formati per mandare avanti il ristorante con uno standard costante e sempre di alto livello come prevede il marchio. Quando sono giù, ovviamente, indosso anch’io la maglietta d’ordinanza e servo ai tavoli per tastare personalmente il gradimento della clientela.

È stata un’impresa difficile aprire questo primo locale?

C’è stato di mezzo il Covid, per cui ci ho impiegato circa due anni. I primi contatti sono stati all’inizio del 2019 con l’amministratore delegato di Doppio Malto, ma le varie chiusure per la pandemia non hanno certo velocizzato i lavori. All’inizio puntavo ad aprire nella zona di Parma, ma sapevo che c’era disponibilità su Palermo, avevo già preso contatti con il centro commerciale Forum dove poi, in effetti, ho aperto.

Dopo la vendita dei miei locali precedenti avevo 150 mila euro da investire, a questi si sono aggiunti alcuni finanziamenti bancari. Per un ristorante di questo tipo in joint venture ci vogliono dai 500 ai 700 mila euro. Certo non è stato semplice, per me è stato come ripartire da zero, con un progetto molto importante. All’inizio, oltre al locale mi sono dovuto occupare della ricerca e della formazione del personale. Insomma non è stato riposante, ma ho ricevuto e ricevo stimoli continui. Ed è superando le avversità che si progredisce.

Raccontami qualcosa di più del tuo ristorante…

“Come dicevo, si trova all’interno di un centro commerciale alla periferia della città, ma il locale ha anche un accesso esterno diretto. Si estende su oltre 500 metri quadri su due livelli e ha anche un dehor di 200 metri quadri per un totale di 250 posti. Molto utile soprattutto durante il periodo in cui si poteva mangiare solo all’esterno. I nostri clienti sono trasversali, vanno dalle fami- glie con bambini ai ragazzi, dagli impiegati, che magari lavorano in zona, ai giovani che vogliono fare una festa. Si tratta comunque di un pubblico sempre di alto profilo, i nostri prezzi sono un po’ più elevati dei competitor, ma la qualità ci guadagna.”

Con la pandemia è cambiato il modo in cui le persone scelgono i ristoranti in cui andare?

Io credo che il futuroe lo ha dimostrato questo periodo di pandemiasarà nelle realtà con format ben strutturati e gestioni organizzate. Non tanto nei locali della ristorazione classica. La crisi energetica attuale sta creando molte difficoltà, ma un certo tipo di target continuerà a scegliere realtà in grado di offrire momenti di svago e socializzazione senza rinunciare alla qualità dell’offerta.

A distanza di un anno, ti ritieni soddisfatto?

Sono felice di vedere la soddisfazione nei clienti che vengono a mangiare e a passare una serata da Doppio Malto. Dopotutto noi esseri umani viviamo di emozioni. E io faccio l’imprenditore anche per questo. Sì certo l’aspetto economico è importante, altrimenti non si vive, ma il mio lavoro è soprattutto fonte di piacere.

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