Gialle&Co è l’innovativo format milanese di baked potatoes gourmet che trasforma e reinterpreta in chiave italiana la tipica baked potato inglese. Il brand, guidato da Bak Srl, è composto da 5 soci con un background di stampo economico-finanziario e con una grande passione per la cucina italiana.
Gialle&Co: Italians bake it better
Il format nasce dall’idea di cinque amici, durante un viaggio a Londra, dove in un pub locale provano le cosiddette baked potatoes. Ne ordinano diverse, dalla classica burro panna acida e bacon alla variante con pollo e salse, ma il tasting non è soddisfacente: pesantezza e gusto sciapo. Uno di loro decide quindi di sfidare la proprietaria a cucinare una baked potato all’italiana, in cambio di carpire i segreti della ricetta tradizionale. A seguito di oltre un anno di studi e viaggi per l’Europa mirati ad apprendere il più possibile sulla ricetta e sui modelli di food retail, ad ottobre 2017 viene aperto a Milano il primo Gialle&Co nella zona centrale di Brera – Moscova. Gli ideatori, Davide Minardi, Alberto Tiradossi, Alberto Trainotti, Andrea Trainotti e Daniele Rosa hanno voluto creare un locale che non fosse solo un ristorante, ma un flagship store, così da mettere in evidenza le potenzialità di un prodotto innovativo. Ad oggi, dodici le proposte classiche, oltre alle tre stagionali che arricchiscono la scelta dei menu, con nomi divertenti e ironici che rispecchiano il concept del locale. Quest’ultimo, infatti, è stato sviluppato fin dall’inizio per la replicabilità e dunque per il franchising: il brand equity, lo stile di comunicazione, il design e il packaging sono stati realizzati in collaborazione con The Chic Fish, studio di Interior Design di Milano. Gialle&Co, oltre ad essere interamente dedicato alla patata cotta al forno e declinata in diverse ricette, punta al franchising italiano ed estero, con la conseguente apertura di altri 12 ristoranti entro il 2022 e l’assunzione di 125 dipendenti per un fatturato previsto di 10 milioni di euro.
“Il primo Gialle&Co. è stato studiato nei minimi dettagli, in base a cardini che lo rendono un format replicabile e scalabile: verticalità di prodotto (sostanzialmente monoprodotto), food cost contenuto, facilità di stoccaggio, alta rotazione di magazzino e quindi basso deperimento delle materie prime, standardizzazione dei processi di lavorazione, ricerca di una materia prima di qualità come le patate del Fucino IGP, massima attenzione alla standardizzazione del prodotto con monitoraggio del food cost per punto vendita attraverso un programma gestionale già progettato per l’apertura di nuovi punti vendita” – afferma il CEO Davide Minardi.
Con un fatturato di quasi 300 mila euro nel 2018, sono previsti ulteriori incassi nell’anno in corso, superando quota 800 mila euro nelle previsioni di vendita. L’obiettivo è raggiungere entro un orizzonte temporale di 4 anni quota 10 milioni di fatturato, così da aprire il capitale a partners che possano supportare il format nella crescita a livello mondiale. Le prossime aperture del franchising italiano saranno finanziate da una campagna di crowfounding attiva per due mesi, partendo da una stima complessiva del locale valutata 1,9 milioni di euro.
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