Oggi martedì 13 febbraio 2024 saranno presentati nel corso della settima edizione del Diversity Brand Summit, tutti i risultati del Diversity Brand Index 2024, ideato e curato da Diversity e Focus MGMT. L’evento rappresenta un unicum e premia le iniziative aziendali più inclusive. Sarà in streaming dalle ore 16.30 su www.diversitybrandsummit.it (previa registrazione).
Durante l’evento, che da quest’anno si arricchisce del sottotitolo “Iniziative che cambiano il mondo“, condotto dalla giornalista Silvia Boccardi, patrocinato dal Comune di Milano e dall’Unione Europea e con la partnership di ExtraLab, AccessiWay e Mark Up, verranno illustrati i 10 progetti più meritevoli realizzati dai brand nel 2023, valutati dal Comitato Scientifico e dal Security Check Committee.
L’inclusione come driver spiegata al Diversity Brand Summit
Dai risultati del Diversity Brand Index 2024, unica ricerca italiana volta a misurare la capacità delle marche di sviluppare con efficacia a livello B2C una cultura orientata alla Diversity, Equity and Inclusion (DE&I), emerge che mai come quest’anno l’inclusione è sempre più determinante come driver di scelta per consumatrici e consumatori nei confronti dei brand.
Ormai 3 persone su 4 scelgono con convinzione aziende che parlano di inclusione (Net Promoter Score – NPS, indicatore del passaparola, pari a 73,6%, +0,8 p.p. rispetto all’anno scorso), 9 su10 non consiglierebbero le marche percepite come non inclusive (-87,5%, -16,3 p.p.) e 6 su 10 non accettano più nemmeno quelle “neutrali” e che non prendono posizione (-63,4%, con una netta diminuzione di 45,4 p.p. rispetto al 2023). Un passaparola che determina un differenziale della crescita dei ricavi a favore dei brand ritenuti più inclusivi rispetto a quelli non inclusivi del +23,4%, il massimo storico dall’inizio della rilevazione nel 2018 (da dove partiva al 16,7%) e che conferma l’esito delle ultime (21% nel 2023, 23% nel 2022).
L’impatto del consumo
Continuano a diminuire le aziende che riescono a emergere come Top of Mind su questi temi (minimo storico da inizio rilevazione, 295 citate contro i 356 del 2023, -17%), perché consumatrici e consumatori sono sempre più attentə ed esigenti: infatti più di una persona su 4 è concretamente impegnata sui temi DE&I, in crescita rispetto allo scorso anno, così come si conferma il trend della costante diminuzione delle posizioni più negative.
Amazon, Barbie, Fastweb, Ferrovie dello Stato Italiane, H&M, Ikea, PayPal, Sky, Spotify e TIM sono le marche che hanno presentato i progetti che compongono la top 10 del Diversity Brand Index per la loro capacità di lavorare concretamente sulla DE&I, impattando anche sulla percezione di consumatrici e consumatori.
Nel corso dell’evento del 13 febbraio, che vedrà la partecipazione fra gli altri di Elita Schillaci, Aida Diouf Mbengue, Charity Dago e Francesca Coin, saranno assegnati i Diversity Brand Awards a un vincitore assoluto (il brand che si è distinto per il miglior mix tra impegno intersezionale sulla DE&I rivolta al mercato finale, valutato dai Comitati, e percezioni di consumatrici e consumatori, rilevate attraverso la survey) e a un vincitore digitale (il brand che ha utilizzato nel miglior modo la leva del digitale per fare inclusione, incontrando il riconoscimento sia del mercato e che dei Comitati). Inoltre, coerentemente con la rilevanza del tema, sulla base delle valutazioni dei Comitati sarà assegnato il Premio Accessibilità – Design 4 All a Netflix.
Tabula rasa, il claim del Diversity Brand Summit
Il claim scelto per l’edizione 2024 del Diversity Brand Summit è “Tabula Rasa”, per sottolineare la necessità per le aziende di cambiare l’approccio alla DE&I, riscrivendo dall’inizio il valore dell’inclusione, eliminando ogni bias o pregiudizio originario dal proprio codice o dal proprio algoritmo e ripensando processi, comunicazione, prodotti e servizi, per entrare in sintonia coi mercati e arrivare davvero a tutte le persone.
“Le aziende che vogliono davvero innovare e crescere possono farlo oggi solo cambiando approccio alla DE&I, un elemento ormai imprescindibile per il mercato, come emerge dalle nostre ricerche ogni anno in modo sempre più evidente” dichiara Francesca Vecchioni, Presidente di Fondazione Diversity. “Per pensare e costruire idee nuove, migliori delle precedenti, autentiche e lontane dal rischio di diversity washing, servono la maturità e la consapevolezza di fare Tabula Rasa, ripartendo dal principio per un nuovo inizio, con l’obiettivo di arrivare a un’inclusione reale e concreta, aperta davvero a tutte le categorie. Se non si raccoglie questa sfida non solo non si guida il mercato, ma si rischia addirittura di restarne fuori, considerata ormai la sensibilità e la preparazione di consumatrici e consumatori, che premiano i brand più coraggiosi e virtuosi”.