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La ricerca realizzata dall’Institute for the future (organizzazione no profit e indipendente statunitense, con 50 anni di esperienza, che si occupa di indagare i trend e le discontinuità che possono trasformare la società e il mercato del lavoro globale) per conto di Dell Technologies, che ha coinvolto 20 tra professori universitari ed esperti di tecnologia e impresa di tutto il mondo. L’obiettivo della ricerca era quello di capire in che modo le nuove tecnologie potrebbero trasformare la vita e il lavoro nel futuro prossimo. Le prospettive principali legate al mondo tecnologico e al suo impiego in campo lavorativo sono due, spiega Rachel Maguire, direttrice della ricerca “l’ansia della disoccupazione causata dalla tecnologia e la visione ottimistica della tecnologia come cura per tutti i nostri problemi sociali e ambientali” invece, prosegue “dobbiamo concentrarci su ciò che potrà essere la nuova relazione tra tecnologia e persone e su come possiamo prepararci. Se ci impegniamo per fare in modo che abbia successo, il suo impatto sulla società arricchirà tutti noi”. Niente macchina infernale come quella di Charlie Chaplin in tempi moderni, dunque, ma tecnologia amica, capace di aiutare e di migliorare l’impiego del tempo sul posto di lavoro
Secondo lo studio, l’85% dei lavori del futuro non sono ancora stati inventati e la capacità di acquisire competenze nel corso della carriera è molto più importante rispetto alle competenze iniziali. Il rapporto uomo macchina renderà gli uomini dei “conduttori digitali” e la tecnologia diverrà un’estensione dell’umano stesso e le aziende potranno trovare e assumere talenti in tutto il mondo grazie alle tecnologie data-driven (basate sui dati).
Le macchine non prenderanno il posto degli uomini ma il lavoro non sarà più un posto fisso, sarà considerato come una “serie di compiti” in cui tutto sarà tracciato così che le aziende potranno rintracciare il migliore per un determinato compito.
Lo studio, spiega Dell Technologies, è stato commissionato per aiutare le aziende a navigare in un mondo sempre più incerto e per preparasi al futuro in quanto: “Per la prima volta nella storia moderna, i leader globali non sono in grado di prevedere se le loro industrie ce la faranno o meno in futuro”. E ancora, spiega Jeremy Burton, capo del settore marketing di Dell “Mai prima d’ora l’industria aveva vissuto un tale disagio. La velocità di cambiamento è reale e ci troviamo ora in una situazione del tipo ‘fai o muori’. Per entrare nell’era della partnership uomo-macchina ogni azienda deve diventare un’azienda digitale ma le organizzazioni devono muoversi velocemente e fare in modo che le proprie infrastrutture e la propria forza lavoro siano pronte per il cambiamento”.
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