Ha aperto a Schio da pochi mesi un punto Baby Bazar e già la titolare Caterina Sparano vede i risultati di una scelta che le ha cambiato la vita. Nel franchising ha trovato supporto nelle difficoltà e mira a diventare un punto di riferimento in quest’ambito per la provincia di Vicenza.
L’idea di metter su famiglia, poi il Covid, il trasferimento a Schio sono gli ingredienti alla base dell’apertura del nuovo negozio a marchio BabyBazar, inaugurato pochi mesi fa nella cittadina in provincia di Vicenza. “È proprio così: quando mi sono accorta di non entrare più nei miei vestiti ho iniziato a cercare negozi in zona che vendessero abiti pre-maman e così ho conosciuto la catena di punti vendita di seconda mano di cui poi mi sono innamorata, tanto da diventare la titolare dello store di cui prima ero solo cliente e trasformare quello che per me è stato un luogo di piacere in un business” dice la titolare Caterina Sparano.
In realtà, il negozio che poi ho rilevato, non vendeva abbigliamento per mamme, in compenso tutto ciò che ho usato per mia figlia viene da BabyBazar. Era il periodo del lockdown per la pandemia e io mi ero appena trasferita con mio marito, quindi le prime persone che ho conosciuto sono state le ragazze che gestivano il negozio. E mi sono sentita subito accolta, mi ci sono affezionata. Io sono cambiata tanto, come donna, come mamma e questo negozio è stata una seconda casa, il luogo che mi ha permesso di crescere, dove ho portato i nonni, dove ho trovato un posto per allattare mia figlia.
A un certo punto è comparso l’avviso di cessione dell’attività. Io l’ho visto, perché appunto abito in zona, ma non ci ho dato molto peso. Più che altro ero dispiaciuta che un progetto secondo me molto bello chiudesse. A poco a poco, però, ho iniziato a riflettere sul fatto che poteva essere un’opportunità a livello personale. Peraltro, mi reputo un’ambientalista, sono attenta alla salvaguardia del pianeta, al non fare sprechi, e ho pensato che potevo dare continuità a quest’attività. Mi sembrava un’opportunità per lavorare e insieme occuparmi di mia figlia. Il passo successivo è stato quello di contattare l’area manager dell’azienda per ragionare sui numeri dell’impresa. Questo è avvenuto a dicembre del 2022. Il tempo passava e per me diventava un progetto sempre più importante fino all’apertura di pochi mesi fa.
L’investimento iniziale è stato di 35-40mila euro circa, spesi in ristrutturazione e acquisto degli arredi. Inoltre, il negozio di Schio andava un po’ aggiornato e allineato agli altri punti vendita del marchio. Bisognava che tutto fosse realizzato per dare l’idea di un negozio ‘del nuovo’. Io ho fatto formazione in un BabyBazar storico e sono stata supportata in modo eccellente anche per quanto riguarda l’allestimento del negozio e la gestione degli spazi. Per me è stato fondamentale, perché non avevo esperienza nella vendita o in ambito commerciale. Io lavoravo nel settore ospedaliero, non avevo contatti con il pubblico, ero un tipo da microscopio…
È vero e lo è ancora di più in questo settore. Sia i genitori che i nonni, di solito, sono contenti di dare nuova vita agli oggetti o di acquistare qualcosa che ha già una storia. Si tratta spesso di attrezzature o vestitini che, altrimenti, in poco tempo verrebbero accantonati o buttati. Vedo l’emozione in molti clienti quando scoprono di aver venduto il lettino che ha cullato due figli e che ora viene usato da un altro bambino. Oggi c’è molta più consapevolezza, ma in generale in questo settore il passaggio, il riuso, piace molto.
Distiamo dal centro città circa 5 minuti, noi ci troviamo su una strada importante che porta in direzione Rovereto. Il negozio ha un’area espositiva di 270-290 mq, che sono necessari perché noi trattiamo tutte le attrezzature per la prima infanzia; abbiamo un angolo puericultura; la zona svezzamento e pappe; i giochi e i libri e, naturalmente, tutto l’abbigliamento da 0 a 12 anni. Tra le attrezzature allestiamo delle vere e proprie camerette con i lettini per dare l’idea dell’angolo nanna da ricreare a casa, per questo serve uno store con un’ampia metratura. Al momento non ho ancora la parte di abbigliamento pre-maman, ma non l’escludo in futuro.
In realtà, non è stata una scelta, perché io mi sono prima di tutto innamorata del marchio, del progetto. Però, devo ammettere che mi fa sentire molto più sicura! Se ho qualche problema mi aiutano, se il messaggio pubblicitario non risolta efficace troviamo insieme la soluzione… Così, adesso, per esempio, ci sono persone che nel fine settimana per arrivare da me fanno anche un viaggio di un’ora. Perché hanno saputo che ci sono! Inoltre, il franchisor mi da assistenza per quel che riguarda l’ambito fiscale, e anche da un punto di vista burocratico, perché il mondo dell’usato ha ancora aspetti poco chiari, alcune regole non sono state ben definite. Ma, comunque, per qualsiasi problema mi sento sempre molto supportata.
Convincere chi mi doveva aiutare da un punto di vista economico che si trattava di un business serio, che l’idea fosse giusta. Parlo della banca a cui ho chiesto il finanziamento, del commercialista che per primo ha visto i numeri… Ho percepito del pregiudizio, forse anche perché sono donna. Mi hanno data per fallita nel giro di pochi mesi, oppure non mi hanno neppure risposto, ma io sono qui e per adesso i numeri danno ragione alla mia scelta.
Fare diventare il negozio un vero punto di riferimento nella provincia, anche attraverso la pubblicità. Poi mi piacerebbe fare formazione all’interno del punto vendita rivolta ai genitori o futuri tali, per dare consapevolezza dell’importanza dell’usato e di che cosa significhi allargare la famiglia. Vorrei anche dare spazio alle mamme, offrire quell’accoglienza che è stata riservata a me quando sono entrata per la prima volta in negozio.
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