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Business Plan: come farlo? E quali gli errori da evitare?

Business Plan

Perché il business plan è un documento indispensabile per un progetto di impresa. E perché non farlo, o farlo male, rischia di mandare a monte anche l’idea imprenditoriale più brillante.

Il business plan è un simulatore che illustra e cataloga con una logica circolare tutto ciò che è necessario per valutare, progettare, avviare e gestire – step by step – e concretizzare l’idea imprenditoriale. Ecco perché 72 serve coinvolgere più figure professionali sia per la raccolta di tutti i dati sia per tempo in modo che possa formarsi e prepararsi prima di avviare l’attività.

Viene utilizzato per le startup ma è altrettanto utile per le aziende già avviate in modo da far sì che gli obiettivi di vendita siano sincronizzati con le risorse, il piano di marketing ecc.

Infatti, il business plan non è un’attività una tantum da svolgere solo quando si inizia una nuova attività, ma in sostanza va aggiornato e monitorato mano a mano che il tuo business prosegue.

Cosa non è il business plan?

Il business plan non è una paginetta con le possibili entrate e uscite mensili stimate ma un elaborato, uno studio di fattibilità tecnica, strategica, economica e finanziaria. Non è una garanzia di successo ma una stima verosimile basata sia sui competitor e il territorio sia sulle attitudini, sulle reali capacità e sulle risorse dell’imprenditore.

Attraverso l’analisi swot persona è possibile identificare i punti deboli dell’imprenditore per tempo in modo che possa formarsi e prepararsi prima di avviare l’attività.

Viene utilizzato per le start-up ma è altrettanto utile per le aziende già avviate in modo da far sì che gli obiettivi di vendita siano sincronizzati con le risorse, il piano di marketing ecc. Infatti, il business plan non è un’attività una tantum da svolgere solo quando si inizia una nuova attività, ma in sostanza va aggiornato e monitorato mano a mano che il tuo business prosegue.

Perché è importante il business plan?

È indispensabile per farsi finanziare dagli istituti di credito, per accedere alla finanza agevolata o più semplicemente per coinvolgere investitori. Per non scoprire strada facendo tutta una serie di impedimenti, ostacoli e difficoltà quando ormai non è più conveniente tirarsi indietro perché costerebbe troppo farlo. L’imprenditore, forte delle sue idee e capacità, è carico e entusiasta ed è qui che deve intervenire il professionista, che ha un approccio meno coinvolto che gli consente di valutare l’effettivo investimento (complessivo) e il ritorno del capitale.

Ma il Business Plan serve anche per monitorare, una volta avviata l’attività, il rispetto dei parametri. Per esempio, se per una attività di ristorazione ho progettato delle ricette e cal- colato un food cost con le quotazioni degli ingredienti, questi prezzi andranno monitorati prima e dopo l’apertura in modo tale da capire se bisogna correggere il tiro e come. Ancora, durante la realizzazione del business plan l’imprenditore ha la possibilità di fare delle valutazioni e modificare la strategia e gli interventi.

La pianificazione time-line del business plan permette di risparmiare significativamente i costi di investimento e di avviamento. Tornando all’esempio di un ristorante, permette all’imprenditore di capire quando iniziare a cercare il locale piuttosto che i collaboratori.

Che cosa rischi se non lo fai?

In linea generale se non fai il business plan saranno il mercato e gli altri operatori con le idee chiare a dettare legge e tu subirai. Redigere questo documento significa avere parametri definiti su che cosa fare o non fare, con quali partner lavorare oppure no e soprattutto perché. Se non hai già avviato delle imprese nelle stesso settore rischi di farti un film in testa tua per poi scontrarti con la realtà. E l’entusiasmo porta a sottostimare tempi, valutazioni e interdipendenze.

E il business plan per il franchising?

Il business plan per una rete richiede un approccio differente perché i conti devono collimare in un approccio win-win. Io par- to predisponendo il business plan per il punto vendita affiliato ideale e solo successivamente vado a verificare con il franchisor quelli che sono i servizi (supporto alla gestione, formazione, eventuale fornitura materie prime, contributi pubblicitari) che sono necessari

da erogare all’affiliato e il loro corrispettivo. A ritroso realizzo un business plan “Casa Madre” per verificare quanto costerà a quest’ultima fornire i servizi all’affiliato e calcolare il break even point, valutando se lo sviluppo ne vale la pena o meno.

Il rischio altrimenti è quello di dare per scontato che sviluppare un sistema in franchising, una volta trovati gli affiliati, sia a pre- scindere profittevole. Ma non è affatto così.

Ringraziamo Luciano Pesce della società HowIT, una società di consulenza italiana, specializzata nel creare, valorizzare e sviluppare business nel Food & Beverage, replicabili in franchising e durevoli nel tempo. La società segue i progetti dal- la business idea fino alla realizzazione, chiavi in mano, del punto vendita, seguendo un metodo di sette fasi.

Per informazioni: www.howit.it

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