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A lezione di franchising dai fondi di investimento

Cosa guarda un investitore quando deve scegliere tra più alternative per allocare i suoi capitali? Che si tratti di potenziali franchisee o che si tratti di fondi di investimento, i parametri osservati sono sostanzialmente gli stessi. Vediamo, allora, cosa gli investitori  più piccoli possono imparare dai più grandi.

Ai fondi di investimento piace il franchising

Prima di proseguire, dedichiamo un attimo ad osservare la crescente presenza di fondi di investimento nel mondo del franchising. In questo breve excursus ricorderemo alcuni casi legati all’Italia, con un focus sulla ristorazione, ma il fenomeno è di scala globale e non riguarda molti altri settori del retail.

Nel nostro Paese i fondi di investimento sono presenti in catene come Cigierre, nota in primis per il Brand Old Wild West, che vanta oltre 200 location in Italia, nel cui azionariato compare il fondo BC Partners. Nel capitale di Sebeto (Rossopomodoro) c’è OpCapita. Il fondo Taste of Italy ha rilevato la maggioranza di Alice Pizza, dopo avere ceduto la maggioranza de La Piadineria a Permira, che dal gennaio 2019 controlla anche Hana Group, importante gruppo di ristorazione presente in 12 Paesi con circa mile punti e in forte sviluppo anche qui in Italia con il brand Sushi Gourmet.

E non è finita qui, ci sono altri casi interessanti: da metà 2018 il 70 per cento di Dispensa Emilia è di Investindustrial Growth, guidato da Andrea Bonomi. E’ invece minoritaria la quota detenuta da MIR Capital in Cioccolatitaliani; gli azionisti di MIR Capital sono Intesa Sanpaolo e Gazprom. L’ingresso di White Bridge Investments, che controlla la maggioranza, ha portato un forte impulso allo sviluppo di Hamerica’s. Un ultimo esempio, per non parlare solo di ristorazione: EVCP Growth Equity è tra gli azionisti sia di ePizza (è il master per l’Italia di Domino’s Pizza) sia della nota catena di abbigliamento Boggi.

I criteri per investire nel franchising e fondi di investimento

E’ certamente una prima approssimazione e molti altri parametri vanno valutati, ma se un fondo di investimento ritiene interessanti gli economics di un certo brand, di un certo format, è ragionevole pensare che ci siano le premesse per valutare se questo business model potrebbe risultare interessante anche per il franchisee.

Ovviamente le dimensioni degli investimenti di questi fondi in catene che spesso si sviluppano grazie al franchising e gli investimenti dei franchisee nei loro punti vendita sono di dimensioni ben diverse. Ma c’è una prospettiva che li accomuna, ed è la ricerca di un buon ritorno sull’investimento. Il parametro che normalmente viene più utilizzato per stabilire il valore di un’impresa è l’Ebitda, moltiplicato di X volte (sul quante siano queste X volte c’è un’ampia letteratura, su cui potremo tornare in seguito). Nel caso dei fondi ad essere valutato sarà l’Ebitda dell’intera catena, nel caso dei franchisee che apre il suo primo negozio sarà l’Ebitda del singolo punto vendita.

Un inciso: non tutti amano fare valutazioni sull’Ebitda, preferendo l’Ebit, come il noto finanziere Warren Buffet, alla guida di Berkshire Hathaway, che scherzando dice (traduzione molto libera), che “occorre guardare anche al costo del capitale, perché questo non viene ripagato dal topolino che porta la monetina quando si perde un dentino”.

Tra i principali parametri che vengono studiati per valutare e confrontare tra loro diverse alternative di allocazione del capitale c’è anche il ROI, o Return on Investment. Un altro parametro molto utilizzato è il Payback Period, cioè il tempo necessario per recuperare i fondi investiti.

Non solo numeri

Che cosa può imparare un investitore che cerca una opportunità in franchising dal modus operandi dei grandi fondi? La lezione è che occorre studiare profondamente i numeri e farsi guidare, nelle proprie scelte, proprio dai numeri stessi, e non solo dalla passione (che gioca il suo ruolo, certamente aiuta nella gestione del retail… ma non può e non deve sostituire l’attenta valutazione delle cifre).

Chi è interessato ad aprire una attività in franchising dovrà chiedere al franchisor quanti più dati possibile per fare serenamente le sue valutazioni. E’ naturale che verranno offerte medie, non indicative del futuro andamento dell’attività… ma si tratta comunque di un esercizio che è doveroso fare.

In conclusione, aggiungo un altro fattore al quale i fondi di Investimento prestano la massima attenzione, ed è l’elemento umano, la qualità del management. E’ opportuno e consigliabile che anche il potenziale nuovo franchisee si informi sul team che guida l’azienda franchisor: i destini delle aziende e delle persone che le hanno fondate e/o le guidano sono spesso intimamente intrecciati.

Dietro le sigle

Per Ebitda si intende Earnings Before Interests, Taxes, Depreciation and Amortization. E’ l’equivalente di quello che in italiano chiamiamo MOL, Margine Operativo Lordo, ed è un indicatore della redditività operativa aziendale. L’Ebit, altro parametro spesso utilizzato, ma meno dell’Ebitda è, appunto, l’Ebitda senza la parte di Depreciation and Amortization.

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