Raffaello Pellegrini è l’amministratore delegato del marchio Naturhouse franchising in Italia, uno dei maggiori network nel settore dei prodotti di origine naturale e di educazione alimentare. Qui racconta a che punto è dell’impresa iniziata nel 2005, quando disse sì al cacciatore di teste che cercava un manager con esperienza imprenditoriale per lanciare un format innovativo ma sconosciuto in Italia. E che oggi taglia il traguardo dei 500 locali.
Il franchising Naturhouse ha raggiunto un traguardo molto importante. Durante l’ultima intervista con StartFranchising, infatti, il suo AD Raffaello Pellegrini aveva auspicato il raggiungimento di un traguardo ossia 500 punti vendita operativi in Italia. Adesso che c’è riuscito ha deciso di raccontare la sua storia di manager e imprenditore anche all’interno di un libro “Da zero a cinquecento”. Una storia di ispirazione ed emozionante di come l’imprenditore è riuscito a creare uno dei maggiori network nel settore di prodotti naturali e di educazione alimentare.
Il marchio è originario della Spagna ed è presente in 30 paesi all’estero con oltre 2 mila punti vendita. Ma scopriamo di più sulla storia di Naturehouse in Italia.
Naturehouse franchising Italia: la storia
La storia di Naturehouse in Italia la racconta il suo amministratore delegato Raffaele Pellegrini.
“Era il 2005 quando un cacciatore di teste venne a bussare alla mia porta cercando un manager con esperienza imprenditoriale: conoscenza perfetta dello spagnolo e sufficiente lungimiranza, o incoscienza, per sviluppare da zero un format tanto innovativo quanto assolutamente sconosciuto sul territorio italiano”.
Pellegrini apprezza il format e decide di scommettere su un mercato allora quasi inesistente in Italia, quello degli integratori alimentari, che oggi vale oltre tre miliardi di euro l’anno.
“Ho percorso quasi 500mila chilometri nei primi diciotto mesi, predicando il verbo Naturhouse e riuscendo ad aprire quattordici punti vendita, di cui dieci in franchising”.
“Se l’idea è frutto dell’intuizione nei primi anni ’90 di Felix Revuelta, fondatore e attuale presidente della Holding HealthHouse S.A. – aggiunge Pellegrini -, a me riconosco il merito di aver sapientemente adattato il business format al mercato del nostro Paese, soprattutto, alla nostra cultura alimentare, dando anche quel tocco di italianità sotto il punto di vista del layout, che rende i punti vendita italiani quelli di gran lunga più̀ “accoglienti” dell’intero panorama mondiale Naturhouse”.
Naturhouse franchising: come è cresciuto il brand?
Il brand nel corso degli anni dal 2002 ad oggi ha visto una forte evoluzione sul territorio italiano. Abbiamo richiesto direttamente a Raffaele Pellegrini durante l’intervista la storia e la crescita del marchio in Italia nel corso degli ultimi anni.
Qual è stato l’errore più̀ significativo che ha commesso e che cosa ha imparato da quell’errore?
Mi sono fidato troppo di alcuni collaboratori e soprattutto ho fatto loro guadagnare troppo e troppo in fretta. Nella nostra società la riconoscenza spesso rimane solo nei vocabolari e i soldi, ribadisco, fanno cambiare sempre in peggio le persone meno strutturate sotto il punto di vista dei valori personali.
Qual è stata la sfida più̀ importante che ha affrontato e come l’ha superata?
La sfida più importante continuo ad affrontarla ogni giorno, ovvero riuscire a mantenere la passione e la motivazione quotidiana di tutti i miei dipendenti e di tutti coloro che operano nei nostri punti vendita a un livello ottimale, conditio sine qua non per poter erogare un servizio di qualità ai nostri clienti.
Quale ritiene sia stato il suo successo più̀ grande?
Potrei limitarmi a menzionare il fatto che il marchio ha sicuramente creato una nicchia commerciale, di cui è leader, fondata sull’educazione alimentare, risultando uno dei player più significativi nella creazione della cultura dei complementi dietetici.
Ma mi preme aggiungere che solo in malafede si potrebbe negare l’utilità sociale di quello che facciamo quotidianamente, dato che attraverso l’educazione alimentare ci occupiamo di prevenzione, contribuendo non poco a contrastare la diffusione delle cosiddette malattie dismetaboliche, vera piaga ormai pandemica della nostra società.
Bello anche sottolineare come al momento della quotazione alla borsa di Madrid nel 2015, l’Italia fosse il secondo mercato come fatturato e il primo per EBITDA (indicatore di redditività̀ che evidenzia il reddito di un’azienda basato solo sulla sua gestione operativa), mentre oggi continua a essere l’unico tra i mercati consolidati ancora in crescita, sia in termini di fatturato che come numero di punti vendita.
Come aprire un negozio Naturhouse franchising in Italia?
I requisiti richiesti per aprire un negozio Naturhouse franchising prevedono:
- Un solo operatore in negozio
- Un locale di 20 metri quadri
- Un investimento di 10 mila euro
Al centro dell’attività c’è sempre la soddisfazione del cliente, la cui domanda, in questi anni di pandemia, è cresciuta: nei periodi di crisi aumenta sempre la spesa per la cura del corpo e un effetto collaterale del primo lockdown è stato per molti il sovrappeso.
Com’è cambiato il profilo degli affiliati?
Prima della crisi del 2012 il 56 per cento della nostra compagine era costituito da pluri-franchisee. Oggi, come le dicevo, quella di Naturhouse è soprattutto una formula di auto-impiego rivolta a laureati in biologia, scienze alimentari, scienze della nutrizione.
Quali sono state le strategie e i segreti della crescita del format? Anche se in tutte le aziende è sempre la qualità delle persone a fare la differenza, nel format di Naturehouse la centralità delle risorse umane è fondamentale, motivo per cui, da subito. Il suo AD ha investito moltissime risorse in tutto il processo di ricerca, selezione, formazione e monitoraggio delle performance del personale.
Grazie a ciò oggi, la professionalità del personale operante nei punti vendita, unitamente alla qualità dei prodotti venduti, costituisce il valore aggiunto che ci consente di fidelizzare i nostri clienti che in Italia sono ormai oltre 1 milione e 500 mila.
Il 30% degli avventori che frequentano le Food Court dei centri commerciali le considera un...
