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Luigi Giordano: con Fit and Go mi sono innamorato del franchising

Già imprenditore nel settore dei servizi, Luigi Giordano, insieme alla sua socia Maria Teresa Ambrosio, ha aperto da circa un anno una boutique del fitness a Nola. Prima cliente poi franchisee, la sua è una storia di successo che ci piace condividere: “Non conoscevo il mondo del franchising, è stata una grande scoperta!”

È stato il format innovativo a spingermi verso il franchising, prima mi sono innamorato dell’idea, del progetto di Fit And Go, poi ho capito che poteva essere anche un interessante business” spiega Luigi Giordano, titolare con la socia Maria Teresa Ambrosio di un centro fitness a Nola, in provincia di Napoli.

Prima di iniziare l’attività, Luigi e Maria Teresa sono stati appassionati di fitness e clienti del marchio in una palestra in un comune vicino. Gli è subito piaciuto il modello di allenamento supportato da macchine e personal trainer e che permette a chi è molto impegnato di raggiungere in poco tempo il suo obiettivo di forma fisica prefissato.

Ci racconti com’è partita l’idea?

«Io, se devo essere sincero, non ero un esperto di franchising e non avevo mai pensato di

aprire un’attività in quest’ambito. Prima di tutto ho frequentato una “boutique del fitness” del brand come cliente e mi è piaciuto l’approccio del metodo, così innovativo ed efficace. Dopo essermi informato, ho pensato di investire anch’io in un centro Fit And Go, con la mia socia. Ho aperto nel marzo del 2022, ma ho firmato il contratto con il franchisor alla fine del 2019; purtroppo non avevo fatto i conti con il Covid… In pratica, i primi contatti sono avvenuti quell’anno stesso

e dopo un’attenta ricerca della location abbiamo iniziato i lavori all’inizio del 2020. Inutile raccontare tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare nel corso delle varie ondate della pandemia, che hanno bloccato in più riprese le opere di ristrutturazione e l’allestimento» Ma alla fine ce l’abbiamo fatta!

Come si è svolto il tuo percorso? Ti sei sempre sentito ben supportato?

«La ricerca del centro dove aprire la palestra non è stata veloce, perché doveva rispondere a una serie di requisiti di visibilità e non solo, anche richiesti dal brand. La nostra location è ben posizionata, su una strada principale e molto frequentata che collega vari comuni della zona, ma prima lo spazio era adibito ad altre attività commerciali; quindi, i lavori per metterlo a norma, affinché fosse in linea con il format, sono stati complessi. In tutto, abbiamo investito circa 150 mila euro. Ma devo dire che durante tutte le fasi il franchisor ci è stato molto vicino, non ci ha fatto sentire mai soli ed è stato di grande supporto in tutto il periodo di pandemia in cui non abbiamo potuto iniziare l’attività. Non sono molti quelli che ti aspettano per due anni!» 

Qual è stata la difficoltà maggiore?

«Al di là dei lavori strutturali, trovare e, soprattutto, conservare il personale. Basti pensare che tra i membri dello staff che oggi opera nel nostro centro di Nola non c’è nessuno di quelli che dovevano partire nel 2019. Erano stati tutti selezionati e, ovviamente, formati secondo gli standard voluti dal brand…poi essendoci macchine particolari bisognava prepararsi per saperle far funzionare. Ma ovviamente non riuscendo mai a partire hanno cercato altrove».

Come funziona il metodo Fit And Go?

«Come dicevo, si basa fondamentalmente su un lavoro supportato dalle macchine. Ci sono diverse tipologie di apparecchiature supertecnologiche e ognuna risponde a esigenze specifiche. L’ultima arrivata si chiama Sintesi, che si avvicina al concetto classico di palestra, una digital gym in grado di racchiudere tutti gli attrezzi di una palestra completa con l’ausilio di carichi digitali. Il cliente però non è mai solo, con il rischio di farsi male! C’è sempre il controllo e l’aiuto di un personal trainer. La forza del metodo è che ogni dettaglio è studiato per l’obiettivo di forma che si vuole raggiungere. Per fare qualche esempio, se il problema è la cellulite c’è Vacufit, che associa l’esercizio aerobico della camminata veloce all’effetto vacuum, ovvero sottovuoto, oltre a quello di tipo termale. Ma il top è sempre l’elettromiostimolazione (EMS) consigliata a partire da 20 minuti una volta alla settimana. Si attivano ben 300 muscoli grazie a una contrazione passiva, consentendo di aumentare la contrazione naturale dei muscoli dell’80%. L’equivalente di tre ore di allenamento in palestra!»

Insomma, un mix di attività che vengono consigliate a seconda del proprio obiettivo. Oggi vi sentite soddisfatti?

«Sì, direi che quest’anno è andato bene e sono ottimista per il futuro. Qui da noi è una cosa super nuova, poteva destare grande interesse, ma anche scetticismo, poteva anche rivelarsi un flop. Anche per me e la mia socia, poi, è stata un’impresa in un settore che conoscevamo, come già detto, solo da clienti. Ma a distanza di un anno possiamo dire che abbiamo scoperto un mondo interessante perché in continua evoluzione, con estrema attenzione sull’innovazione. Abbiamo avuto successo, i nostri clienti parlano bene di noi e lo fanno sapere a parenti e amici, così abbiamo continui nuovi ingressi. Oggi penso che potrei anche aprire un altro centro, ma è presto per parlarne…»

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