Mentre si susseguono i tavoli di lavoro tra le associazioni di categoria e il Governo; mentre ci si confronta sulle interpretazioni dell’ultimo decreto del Governo Conte relativamente agli esercizi pubblici, cercando di capire, per esempio, dove vadano ricompresi i pub o i centri estetici; mentre si moltiplicano gli appelli per ‘salvare il commercio’, c’è la quotidianità di franchisor e franchisee. Ci sono imprenditori che hanno scelto la formula del franchising per crescere, da una parte, e avviare una propria attività, dall’altra. Tra i plus dell’affiliazione commerciale c’è, o dovrebbe esserci, la capacità di fare rete. E com’è, fare rete, ai tempi del Coronavirus? Lo abbiamo chiesto ad alcuni franchisor, per capire che cosa succede, in concreto, in situazioni di emergenza come quella che sta vivendo anche l’Italia.
“Le performance dei nostri negozi al momento tengono bene“, afferma Umberto Gonnella, fondatore e amministratore delegato di 101 Caffè, network in franchising nel settore caffè e delle bevande porzionate che conta oltre cento locali tra affiliati e diretti in Italia e all’estero. “Credo che questo sia dovuto alle caratteristiche della nostra offerta ma anche a un intervento tempestivo quando c’è stato bisogno“. Un esempio? “Abbiamo un affiliato che abita in una zona rossa mentre il negozio è all’esterno di quest’area. Il nostro franchisee non poteva uscire dalla sua città e aprire il punto vendita. Lo hanno fatto al posto suo prima il retail manager, poi altro personale dell’azienda, finchè il titolare è potuto rientrare. Non solo non ha registrato perdite ma ha mantenuto il fatturato in linea con quello di sempre“. “Certo – conclude Gonnella -, la situazione evolve di giorno in giorno e noi stiamo definendo una serie di soluzioni di supporto al network, anticipando eventuali criticità che potrebbero verificarsi in futuro, specialmente in relazione agli approvvigionamenti: vogliamo che tutti siano nella condizione di andare avanti al meglio“.
Pietro Nicastro, cofondatore e amministrato redelegato di Löwengrube, network di ristoranti birrerie con oltre venti locali: “Ci stiamo concentrando soprattutto sul contenimento dei costi per i punti vendita più in difficoltà, in modo che non siano sbilanciati rispetto al fatturato che sta avendo flessioni dovute al calo di affluenza del pubblico. I responsabili operations e acquisti della catena sono in contatto quotidiano con gli affiliati per aiutarli a gestire l’approvvigionamento di prodotti e servizi in modo efficiente e funzionale“. Sulla continuità dell’approvvigionamento punta anche Alberto Langella, fondatore e ammistratore delegato di Pentagroup, titolare dei marchi La Yogurteria e Fry Chicken per oltre sessanta locali: “Giorno per giorno stiamo affrontando le difficoltà che alcuni affiliati, presenti soprattutto nei centri commerciali delle zone rosse, stanno subendo a causa dell’emergenza Coronavirus. Noi continuiamo a essere positivi e lavoriamo a loro fianco garantendo una continuità nella fornitura dei nostri prodotti, concedendo loro dilazioni dei pagamenti”.
E poi ci sono i brand internazionali che operano anche nel nostro Paese. Come Domino’s Pizza che ha ideato il servizio di contactless delivery: in pratica si ordina online e si può richiedere la consegna “senza contatto” con il driver. Rispetto alla consegna tradizionale, il driver appoggerà i prodotti sullo scooter, se si sceglie la consegna all’androne, o davanti la porta di casa al piano e si allontanerà. Il cliente potrà ritirare i prodotti direttamente. Alessandro Lazzaroni, master franchisee di Domino’s Italia, aggiunge: “Per l’Italia è un momento particolare e siamo molto vicini alle persone che in questo momento stanno vivendo una situazione difficile. Noi di Domino’s, con il nostro servizio, vogliamo far vivere ai nostri clienti momenti di serenità e benessere e lo facciamo a modo nostro puntando sulla qualità del servizio a 360°. Grazie alla nostra forte spinta innovativa, abbiamo deciso di introdurre questa nuova modalità di servizio e speriamo che possa essere apprezzato”.
Punta sulla formazione del personale, per la vendita in particolare, Peppe Sciortino, fondatore e amministratore delegato di Franchising Group, che sviluppa i marchi di food Made in Sicily Montalbano, Don Gelato e Tosto. Dal suo profilo facebook proprio oggi si è rivolto direttamente agli imprenditori dando qualche consiglio pratico. Il primo? “Recatevi in banca oggi stesso, fatevi finanziare a lungo termine tutta l’esposizione. Azzerate castelletti, fidi, scoperture“.
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