“Una persona colpita da arresto cardiaco improvviso presenta un ritmo cardiaco irregolare, perde coscienza, collassa e la morte può sopraggiungere in pochi minuti. Con una conoscenza di base delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare e l’uso di un defibrillatore, si può salvare una vita. Con queste due strategie d’intervento immediate la possibilità di sopravvivenza è del 75%, che altrimenti scende al 5%” spiega Antonio Ferraro, 37enne napoletano, fondatore di ‘Auexde’, azienda impegnata nella divulgazione e nella distribuzione di defibrillatori (D.A.E.). “I D.A.E. sono apparecchiature salvavita di semplicissimo ed intuitivo utilizzo, ma di sicuro effetto contro lo spettro sinistro dell’improvviso arresto cardiaco. Per questo stanno entrando sempre con maggior familiarità nella nostra vita quotidiana, attestandosi come partner insostituibili in tutti i settori che decidano di avvalersene. Perché ricordiamolo: l’arresto cardiaco è un evento ipotizzabile ovunque ed in qualsiasi momento della giornata” prosegue Ferraro.
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Antonio cosa ti ha spinto ad intraprendere il tuo percorso professionale proprio in questo settore?
“La mia storia professionale e la mia innata curiosità. Sono entrato da giovanissimo in una delle multinazionali più importanti in campo medicale ed ho maturato un’esperienza ventennale nel settore, che è comunque in continua evoluzione. I progressi diventano sempre più numerosi grazie anche all’avanzamento tecnologico che è sempre più alla portata di tutti, ed i D.A.E., ne sono un esempio. Per questo ho deciso di entrare nel campo dell’emergenza medica, con i defibrillatori prodotti dalla ‘Physio Control’, società americana leader mondiale nel settore, pioniera di questa tecnologia da oltre 60 anni. Queste apparecchiature sono appositamente progettate per chi si trova ad assistere, per primo, una persona colta da arresto cardiaco improvviso. Ritengo quindi, che intraprendere determinate iniziative sia importante non perché la legge ci obbliga, ma perché può fare la differenza nella vita di qualcuno.”
L’intervento precoce risulta una delle misure salvavita più efficace contro le sindromi cardiovascolari, divenute sempre più frequenti?
“ Si. Da studi clinici condotti dall’‘American Heart Association’ e dall’‘European Resuscitation Council’ risulta che l’ACC (arresto cardiaco) è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati, colpendo una persona su mille, ed in Italia il tasso di mortalità annuo è stimato attorno le 60.000 persone.
Considerando che la possibilità di salvare le persone colpite da ACC si riduce del 10% ogni minuto che passa dall’inizio dell’evento e che dopo 5 minuti dall’ACC, il cervello e il cuore stesso subiscono danni irreversibili, è comprovato che l’unica terapia efficace sia la ‘Defibrillazione Precoce’ (DP) abbinata ad una ‘Rianimazione Cardio Polmonare’ (RCP).
A prova di ciò, in alcune realtà come l’Inghilterra, la Scandinavia, gli Stati Uniti e l’Australia, ad esempio, la percentuale di sopravvivenza da ACC si attesta intorno al 45%. Questo perché, i paesi citati hanno attivato un sistema denominato “Catena Della Sopravvivenza” (CDS), con la ‘Defibrillazione Precoce’ e la ‘Rianimazione Cardio Polmonare’ nei primi due minuti dall’evento, grazie anche alla capillare distribuzione dei defibrillatori sul territorio.
Quindi, qual è la giusta strada che anche l’Italia dovrebbe seguire?
“Ci sarebbe bisogno di un cambiamento culturale, attraverso dei percorsi formativi mirati, in primis. Devo dire però, che fortunatamente il cambiamento è già in atto. Le iniziative a favore della cardio-protezione sono sempre maggiori, nei diversi ambiti, compresi i luoghi di lavoro.
A questo punto, credo che si faccia sempre più strada la consapevolezza che la defibrillazione non è più solo una questione medica, bensì un dilemma della comunità, e che l’installazione dei D.A.E. debba avvenire nei luoghi pubblici più trafficati, nelle piazze e nelle vie principali, nei luoghi ad alta affluenza turistica, nei condomini e negli uffici.
Anche il Decreto ‘Balduzzi’ si muove in questo senso. Oltre ad obbligare i centri sportivi, le palestre e le società sportive dilettantistiche ed agonistiche a dotarsi di defibrillatori, previo corso di abilitazione BLS-D accreditato dalle regioni, consiglia di cardio-proteggere i luoghi ad alto afflusso di persone. Importante, infine, è pure il coinvolgimento della cittadinanza e delle Istituzioni, con l’attivazione su tutto il territorio, di progetti di cardio-protezione e di specifiche campagne di sensibilizzazione.”
Ci spieghi come funziona e come utilizzare un D.A.E.?
“Il defibrillatore è un apparecchio salvavita in grado di rilevare le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca e di erogare una scarica elettrica al cuore qualora fosse necessario.
Il D.IMG:129665:A.E. ‘Defibrillatore Semiautomatico Esterno’ è un dispositivo “intelligente” in grado di funzionare quasi in completa autonomia. Una volta collegati gli elettrodi correttamente al torace del paziente, mediante uno o più elettrocardiogrammi che il dispositivo effettua in maniera automatica, è poi in grado di stabilire se sia necessario, o meno, erogare uno shock elettrico al cuore.
La facilità di funzionamento di un D.A.E. ne permette l’uso anche a personale non medico e quindi tutti possono essere addestrati e autorizzati al suo uso attraverso un apposito corso di primo soccorso certificato (BLS-D) di 5 ore.
Sono state predisposte delle riduzioni per chi cardio-protegge la propria azienda?
“Si. A parte che i defibrillatori dovrebbero essere considerati dispositivi di sicurezza alla stregua dei sistemi antincendio e degli estintori, gli imprenditori ed i responsabili della sicurezza aziendale possono comunque effettuare le proprie valutazioni più serenamente, grazie anche le recenti disposizioni INAIL. Si prevedono infatti, una riduzione del premio per le aziende che adottano il defibrillatore e che provvedono alla formazione del personale al BLS-D (Basic Life Support – Defibrillator). In ogni caso, le iniziative e le agevolazioni per favorire la diffusione dei defibrillatori anche nei luoghi di lavoro sono tantissime, basta informarsi, anche presso ‘Auexde’, gratuitamente. È importante ricordare che un arresto cardiaco può colpire chiunque ed ovunque, in magazzino come in sala riunioni. Se si prevede di poter salvare anche solo una vita dall’ACC, la scelta di installare defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) in uffici ed in stabilimenti è di sicuro quella giusta.”
Antonio, ‘Auexde’ come è impegnata sul territorio campano? Come prevede di avvicinare le nostre imprese alla cultura di prevenzione cardiologica?
“Ritengo che la sicurezza sul lavoro sia una tematica di vivo interesse, in particolare per l’associazioni impegnate attivamente nella diffusione di questa cultura di sicurezza del lavoro, come valore fondamentale dell’etica lavorativa. Il modo migliore per avvicinare le imprese a questa cultura è, a mio avviso, fare rete. Per questo motivo, ‘Auexde’ ha stipulato una importante collaborazione con l’‘Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro’, sede di Napoli, ed il suo Presidente, Maurizio Buonocore – particolarmente impegnato nella difesa del valore della vita in assoluto, soprattutto sul luogo di lavoro – atta alla riduzione del rischio cardiologico. Abbiamo, per cui, previsto la creazione di una rete regionale di postazioni di defibrillatori al servizio sia dei dipendenti delle aziende assistite, ma anche della cittadinanza. Solo facendo leva su questo e sulla volontà di creare associazionismo arriveremo alla fondazione della prima rete privata di cardioprotezione, composta da datori di lavoro. I nostri progetti sono orientati in questa direzione, con anche la realizzazione di apposite campagne informative sul tema e dibattiti pubblici in numerosi convegni.”
Per ulteriori informazioni: [email protected]
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