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Philip Morris: i benefit li sceglie il lavoratore

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Il piano parte da una consapevolezza zen, secondo cui un buon ambiente lavorativo e una vita professionale sostenibile sono le basi per garantire una maggiore produttività. Per questo l’azienda, come spiega Paolo Le Pera, 45 anni, direttore Human Resources di Philip Morris Italia, ha deciso si resettare il proprio modello, prendendo in considerazione tre “pilastri” fondamentali per la vita lavorativa: “La strategia di Corporate Wellbeing di Philip Morris Italia è basata su tre pilastri il primo è il Welfare. Si tratta di iniziative a supporto della famiglia come una rete sociale di protezione, coperture assicurative e sostegno – in caso di malattie o invalidità – per le spese mediche”. Poi c’è il Welness: “Tutte quelle iniziative che puntano a creare un’armonia tra vita lavorativa e il benessere fisico in ufficio”. Il terzo pilastro, ancora poco conosciuto ed usato è  Flexible Benefit e cioè quei beni e servizi che un datore di lavoro può distribuire per assecondare i vari stili di vita, situazioni familiari, interessi ed età, per assecondare il lavoro con ciò che un dipendente sceglie di fare al di fuori dell’orario di ufficio.

Philip Morris: il lavoro è solo una parte della vita

L’obiettivo sembra quello di introdurre il lavoro in modo non traumatico nella vita quotidiana, un tipo di concetto che Philip Morris Italia cerca di realizzare, ad esempio, attraverso la possibilità di poter andare in palestra durante l’orario d’ufficio oppure lavorando da casa. Il progetto “Flexible Benefit” è stato ideato nel 2012 ed introdotto nel 2015 e lo scopo è proprio quello di poter adeguare i benefit a seconda della tipologia del dipendente. Sposato, single, ognuno potrà scegliere l’alternativa migliore per poter passare il tempo libero o per sviluppare le competenze in campo lavorativo. Sempre Paolo La Pera spiega: “Ci sono viaggi, auto, supporto asilo, offerte di hotel. Tutto a seconda delle esigenze specifiche di una fase della vita sia professionale che personale”, ma alcuni servizi sono inseriti o eliminati in base alla domanda, in quanto sono i dipendenti e le loro scelte ad evidenziare cosa sia più o meno importante. Ad oggi, i benefit più gettonati sono viaggi e corsi di lingua. Il tutto basato sul dipendente medio, che in Philip Morris ha 39 anni. Le scelte effettuate dai dipendenti variano con il tempo e con l’età, infatti, sempre il responsabile delle risorse umane evidenzia come all’inizio si pensa soprattutto ai viaggi, poi per chi ha famiglia diventano prioritarie le spese per scuola e asilo e, in ultimo l’aiuto ai genitori anziani.

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