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Orario di lavoro? In Germania si cambia, forse

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A lanciare l’idea è stato il rapporto del Sachverstaendigenrat, i cosiddetti “cinque saggi” di Angela Merkel che sostanzialmente fotografa lo status quo del paese, evidenziando come siano cambiate le abitudini del popolo tedesco. A pesare su tale decisione il fatto che ormai si lavora, praticamente, durante tutto il giorno, leggendo e-mail, telefonate e messaggi, tutto ciò a discapito della sacra feierabend, la cosiddetta “festa della sera”, cioè il tempo da dedicare alla famiglia, agli amici e a se stessi.

La proposta sarebbe quella di eliminare il limite delle otto ore giornaliere, ma di lasciare un tetto di 48 ore settimanali, infatti, come spiega Christoph Schmidt, il presidente dei cinque consiglieri economici del governo: “le aziende hanno bisogno della certezza che non infrangono la legge se un impiegato partecipa di sera a una conferenza telefonica e se a colazione legge le mail”.

La proposta, che riguarderebbe una modifica del diritto di lavoro, dovrebbe diventare un punto molto importante per il governo Merkel, dato che anche le associazioni degli industriali da tempo chiedono una modifica dell’orario di lavoro, da rivedere, non più giornalmente, ma settimanalmente. Inoltre, sempre secondo Schmidt: “ormai l’idea che la giornata lavorativa inizi la mattina in ufficio e si concluda con l’abbandono pomeridiano dell’azienda, è obsoleta”

Un altro punto a favore di questo cambiamento di regole lo spiega Clemens Fuest, direttore dell’Ifo di Monaco, che a Repubblica dichiara: “c’è bisogno di una maggiore flessibilità, in un mondo globalizzato e flessibile. E non solo per venire incontro agli interessi delle imprese. Molti lavoratori vogliono una maggiore libertà per organizzarsi il lavoro. Perché non concedere loro di lavorare un giorno più di otto ore e altri giorni meno?”.

Cambio dell’orario di lavoro: i sindacati dicono no

I sindacati tedeschi, interpellati sulla questione, non si sono mostrati favorevoli al cambiamento, in quanto sarebbe un modo per allungare alla giornata lavorativa e infatti non sono mancati gli attacchi al “consiglio dei cinque”. Infatti, il presidente della Dgb, Reiner Hoffmann, ha attaccato Schmidt, accusandolo di “negare la realtà”, inoltre: “Abolire il limite giornaliero significherebbe soltanto legittimare abusi”.

Fuest, però non ci sta, ed evidenzia come al giorno d’oggi il confine fra lavoro e tempo libero sia meno profondo che negli anni passati, anche per l’avanzamento delle teconologie che ci tengono sempre connessi, e, per questo ci sarebbe bisogno di più libertà nell’organizzazione della giornata lavorativa. La proposta dell’economista è quella di un periodo transitorio di prova, per vedere come si svilupperanno le giornate lavorative.

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