Dopo la recente inaugurazione degli ultimi locali al Mamà Bistrot a Le Havre e Thionville, salgono a quattro le aperture in Francia della catena di ristorazione italiana, che si aggiungono ai quattro di Tigella Bella. Il ristorante di Le Havre ospita anche un Enrico Rizzi In Shop. I brand fanno tutti capo a Passione Italia, un gruppo che nasce con l’obiettivo di creare un polo internazionale di aggregazione di eccellenze italiane, prevalentemente nell’ambito del food. “Abbiamo selezionato format con potenzialità che potessero essere scalabili, non in uno o due punti vendita, ma in vere e proprie catene con numeri significativi. Siamo convinti che le imprese debbano prevedere nel loro orizzonte la crescita su mercati globali, e per fare questo servono soluzioni strategiche e operative in grado di fare redditività, che è e resta l’obiettivo sano di una attività aziendale”, precisa Massimo Ortelli, Ceo e founder del gruppo, nato nel 2013, che comprende sei brand con diversi punti diretti e in franchising in Italia e all’estero e un fatturato complessivo di 8 milioni di euro. Perché ha deciso di espandersi in Francia? La Francia è un Paese strategico per le reti italiane – commenta Massimo Ortelli -, innanzitutto per la vicinanza geografica e anche per le similitudini culturali. Dal punto di vista dell’internazionalizzazione di una catena, poi, il vantaggio è che i nostri cugini di Oltralpe hanno una pratica consolidata del franchising, che è una formula imprenditoriale diffusa e familiare. Non bisogna però sottovalutare alcuni aspetti che possono decisamente diventare ostacoli nella pianificazione”.
Quali criticità ha dovuto affrontare?
E’ stato complesso trovare fornitori professionali, dall’elettricista al falegname, che oltre a garantire le tempistiche assicurassero anche un servizio svolto a regola d’arte. Poi la burocrazia, molto più complessa di quella italiana, che si ritrova non soltanto nelle pratiche che riguardano gli enti pubblici ma anche, per esempio, nelle regole per le aperture nei centri commerciali. Bisogna considerare anche che la ristorazione è un settore complesso, perché, naturalmente, ha aspetti legati alla conservazione dei cibi e all’igiene. Infine c’è un tema culturale per certi versi sorprendente, e cioè che l’Italianità che hanno in mente i Francesi non necessariamente coincide con il vero Made in Italy, quindi bisogna decidere se adattarsi o meno.
Come ha superato questa sfida?
Non c’è una ricetta e, soprattutto, non ci sono scorciatoie. Bisogna essere sul campo, avere pazienza e perseverare.
Il format Al Mamà Bistrot
Al Mamà Bistrot nasce a Torino come piattaforma di eccellenze gastronomiche italiane e della tradizione campana in particolare, con la centralità della pasta fresca, la pasta ripiena e la pasta da forno. Tre le formule previste, la ristorazione classica, il take away e l’acquisto dei prodotti e delivery. La scalabilità e la replicabilità di questo format è data dalla possibilità di combinare cottura standard e sughi monoporzione già pronti grazie a una tecnica di sottovuoto e alla surgelazione all’origine di materie prime eccellenti. Per aprire un punto vendita Al Mamà Bistrot serve uno spazio di circa 100 metri quadri. L’investimento iniziale va dai 100 ai 120 mila euro, che comprendono fee di ingresso formazione prima, durante e dopo l’apertura, consegna del locale chiavi in mano.
Per informazioni: Passione Italia spa
+39 335 6995078
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