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Fiorisce il business di Tulipani Italiani

Inizia il conto alla rovescia per la terza edizione di Tulipani Italiani, il primo U-Pick garden in Italia dedicato al tipico fiore olandese, prevista a fine marzo. Dopo due anni a Cornaredo, in provincia di Milano, e 45mila visitatori, il campo si è trasferito ad Arese, in Via Luraghi, nella zona conosciuta come La Valera, di fronte a IL CENTRO, noto come il centro commerciale più grande d’Europa, con cui Tulipani Italiani ha stipulato una partnership.

La ricerca di terreno adatto alla coltura dei tulipani è stata lunga ed impegnativa. Dovevamo cambiare terreno perché è importante seguire la rotazione agricola per avere sempre terreni freschi e perché non utilizziamo nessun tipo di agente chimico.

Lavoriamo nel totale rispetto della natura, senza diserbanti, insetticidi e fungicidi, seguendo il corso delle stagioni e affidandoci al lavoro degli insetti, delle api”, racconta la coppia di giovani imprenditori olandesi, italiani di adozione: Edwin Koeman e Nitsuhe Wolanios.

Tulipani Italiani: raccolta dei tulipani online e sul campo

Il campo avrà un nuovo design per valorizzare i 570mila tulipani piantati in due ettari di terreno agricolo – in pratica quattro campi da calcio- con ben 450 varietà di fiori. Una volta iniziata la fioritura, il campo di Tulipani Italiani sarà aperto tutti i giorni della settimana.

I buoni di ingresso, che comprendono la raccolta di due tulipani, saranno acquistabili on-line o sul campo. I visitatori poi saranno liberi di raccogliere quanti tulipani aggiuntivi vorranno, al costo di 1,50 euro ciascuno.  

Lavoro da sempre nella produzione e commercializzazione di bulbi racconta Edwinmi sono fatto le ossa nell’azienda di famiglia in Olanda, poi in un’altra impresa di import-export che esportava fiori in tutto il mondo. L’Italia è sempre stato un mercato importante e così ho imparato un poco la lingua italiana. Le vendite maggiori erano al sud, in Sicilia, Puglia, Calabria, Roma, Napoli e anche in Toscana. Ho osservato e sperimentato il modello u-pick nei campi di tulipani di mio fratello, in America, e ne sono rimasto affascinato per il contatto diretto con le persone e per il rispetto dei ritmi della natura“.

Dopo il successo della prima apertura, i due imprenditori sono rientrati dell’investimento. “Siamo riusciti a realizzare la nostra idea anche per il supporto di Coldiretti Milano Lodi Monza Brianza, del Parco Agricolo Sud Milano e del Comune di Cornaredo. Ma soprattutto grazie all’entusiasmo e all’aiuto degli agricoltori locali“, concludono.

Il modello U-Pick

I campi a modello U-Pick possono far risparmiare denaro, aiutare a sostenere l’economia locale e formare il consumatore e contribuire alla crescita di un cittadino consapevole. U-Pick o Pick Your Own significa letteralmente “cogli da te” e fa riferimento al modo in cui i clienti possono acquistare direttamente i prodotti che toccano con mano. La promessa di questo modello è permettere ai propri clienti di raccogliere personalmente frutta e fiori dai campi dei coltivatori u-pick.  

Si è cominciato a parlare di questo format a partire dagli anni ’60 e ‘70 in Inghilterra. Da allora le U-Pick farm e gli U-Pick gardens si sono espansi in tutto il mondo. Negli ultimi anni, questa pratica si è diffusa in alcune città di Italia solleticando la mente di giovani imprenditori, attratti dall’idea di accogliere e far proprio questo modello di business.

I vantaggi dell’auto-raccolta

L’auto-raccolta presenta numerosi vantaggi. Innanzitutto si dà al consumatore la possibilità di scegliere direttamente i propri prodotti, di conoscerne la fonte e la provenienza, di abituarsi all’idea del rispetto dei tempi di maturazione, abbattendo le distanze tra produttore, distributore e consumatore, e accorciando la filiera, diminuendo i rischi di contaminazione.

Per i produttori di frutta e fiori, pick your own significa cancellazione dei costi di manodopera adibita alla raccolta dei prodotti agricoli, rispetto dei tempi di maturazione e fidelizzazione della clientela. I consumatori finali di questo modello sono molteplici: famiglie, bambini, addetti ai lavoratori ma anche e soprattutto consumatori comuni, attratti dall’idea di poter scegliere direttamente i prodotti da mettere in tavola. 

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