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Il ciclo di pianificazione strategica di Alfio Bardolla

E per condividere la visione d’insieme con dipendenti, clienti e investitori? Basta un piano operativo di una sola pagina.

Pianificazione strategica. Diciamo la verità: è un termine ormai obsoleto nel mondo del business, vecchio di circa cinquant’anni. E allora come racchiudere in una sola, semplice frase la strategia di un’impresa? Basta pensare alla “pianificazione strategica” divisa in una coppia di termini distinti: pensiero strategico e pianificazione esecutiva.

Ciascuno, infatti, richiede due temi e processi differenti. Il pensiero strategico richiede una manciata di senior leader che si incontrino settimanalmente, in quello che Jim Collins chiama “il consiglio”. La periodicità settimanale è fondamentale, l’efficacia non è la stessa se si prevede solo una volta a trimestre o una volta all’anno. Si tratta di un meeting separato da quello del team esecutivo standard. Piuttosto che mirare alle tematiche operative, infatti, il pensiero strategico è focalizzato a discutere quelle strategiche più ampie. La pianificazione dell’esecuzione richiede invece un team più numeroso, impegnato nell’implementazione della strategia.

Nell’impostazione delle specifiche priorità annuali e trimestrali, dei risultati e dei KPI è preferibile che sia coinvolto un maggior numero di professionalità. A questi due momenti occorre poi aggiungere disciplina e un pizzico di apprendimento attivo delle attività. Il risultato è un ciclo di pianificazione strategica nel senso aggiornato del termine, composto da un susseguirsi di pensiero, pianificazione, azione e apprendimento.

È importante che la strategia sia differenziante, per dominare la propria nicchia di mercato. Per questo è necessario che l’imprenditore si ponga le giuste domande (qual è il proprio valore aggiunto rispetto alla concorrenza? Qual è la garanzia promessa dal proprio brand?) e cerchi di non focalizzarsi solo sulla propria azienda o sui propri competitor, ma anche sui trend esterni, cioè su ciò che accade oltre i propri confini industriali e geografici, per poter cogliere le opportunità profittevoli prima della concorrenza.

One Page Strategic Plan

Una volta definita la strategia, come averla ben chiara in testa per comunicarla e trasmetterla in maniera semplice? Quando il ciclo è correttamente impostato, occorre implementare una buona visione d’insieme, che comunichi gli aspetti chiave della strategia aziendale ai dipendenti, ai clienti, agli investitori e alla comunità più ampia. Può essere utile quello che viene definito “One Page Strategic Plan”: un piano strategico operativo di una sola pagina.

Per far sì che tutti siano sulla stessa lunghezza d’onda, è necessario offrire loro una visione d’insieme racchiusa in una pagina A4. È il metodo più conosciuto e usato, pensato per garantire allineamento, affidabilità e focus. Il corpo del piano consiste in sette colonne organizzate attorno a sette domande basilari, alle quali occorre rispondere per completare un qualsiasi obiettivo: chi, cosa, quando, dove, come, perché, più l’annesso dovresti/non dovresti.

Troppo spesso viviamo usando un linguaggio di pianificazione strategica standard che prevede “paroloni” come Core, Values, Purpose, priorità annuali, ecc. ma prima di complicarsi la vita, basterebbe avere una chiara visione di insieme e delle metriche chiave per monitorare i processi e i loro responsabili e per raggiungere così gli obiettivi strategici prefissati.

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