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Se sei motivato arrivi ovunque

Limite sull’Arno è un comune, o meglio, parte di un comune della città metropolitana di Firenze. Dista da Monaco di Baviera 658 chilometri, sei ore e 35 minuti in auto, dice Google Maps. Quello che Google non dice è che da quasi quindici anni, le distanze tra la cittadina toscana e la capitale della Baviera si sono più che accorciate. Perché è a Limite sull’Arno che nel 2005 Pietro Nicastro e Monica Fantoni aprono il primo ristorante birreria bavarese a insegna Löwengrube. Oggi, a quel primo locale diretto che occupa venticinque dipendenti, se ne sono aggiunti altri diciassette in franchising. Da un locale a tre format “La nostra idea era creare un format che permettesse di vivere l’esperienza di una vera bierstube bavarese”, racconta Nicastro,
oggi amministratore delegato dell’azienda. Un’idea che si fondava soprattutto sulla passione per la beer experience – aveva aperto la sua prima birreria a 19 anni – e per il sapore familiare dei locali della tradizione di quell’area della Germania. I due fondatori fin dall’inizio puntano su una proposta gastronomica , composta
da piatti della tradizione bavarese, accompagnati da una selezione di birre spillate rigorosamente alla tedesca, e sul locale che ricorda l’atmosfera dell’Oktoberfest. Il nome dell’insegna è quello della via di Monaco dove, al numero 17, nel 1524 è nata la prima birra Lowenbrau. I format nel tempo sono diventati tre:
oltre alla birreria classica (stube), il Klein, ossia la versione per stazioni, centri commerciali ed aeroporti e il wagen, il food truck di street food bavarese. “Il nostro obbiettivo – anticipa Nicastro – è raggiungere quota cinquanta locali entro il 2022, con un primo step di dieci aperture entro il 2019. Ci arriveremo anche con
altri locali di proprietà. E’ un momento di passaggio molto delicato questo, abbiamo le dimensioni giuste per
pensare all’internazionalizzazione e dobbiamo strutturarci di conseguenza. Anche perché non escludiamo operazioni con fondi di investimento per espanderci ulteriormente”.
La consacrazione del mercato
Oltre che dai trend di crescita della rete, la validazione dell’idea di business è arrivata dalle partnership con colossi come Chef Express del Gruppo Cremonini, con cui Löwengrube ha inaugurato lo scorso anno un locale all’interno dell’aeroporto di Cagliari, frutto di un accordo di sviluppo nei canali del travel retail che porterà a nuove inaugurazioni. E poi ci sono i multi affiliati, imprenditori che dopo un primo punto vendita hanno deciso di aprirne altri con Löwengrube, il miglior biglietto da visita di una rete. E ancora, qualche mese fa è arrivato un altro riconoscimento per il progetto. “Siamo tra i dieci distributori italiani che una agenzia del Ministero dell’Agricoltura della Baviera ha selezionato per incontri btob con dodici aziende bavaresi,
con l’obbiettivo di favorire nuove partnership per introdurre i prodottibavaresi sul mercato italiano e
rafforzare il posizionamento di quelli già presenti”, spiega Nicastro. Ultimo ma non ultimo, l’insegna ha
vinto il Food Service Award 2019 in occasione del Mapic Milano, nella categoria Ristorazione a tema. Insomma, quella di Löwengrube, per chi ha conosciuto il marchio agliesordi, sembra una bella favola con
un finale ancora da scrivere.

Il prossimo step
“Quando ho iniziato, non immaginavo di arrivare fino a qui”, commenta Nicastro, oggi amministratore delegato della Lowen-Com, nata nel 2014 per lo sviluppo in franchising del brand. Ma forse il segreto del suo
successo è da cercare nelle sue due passioni, oltre alla birra: il pugliato e il volo. Ovvero tenacia e visione.
“La mia esperienza era soprattutto operativa, ricoprivo diversi ruoli, dalla cucina allo store manager. Sono
partito con capitale cosiddetto Family and Friends, ho lavorato e lavoro sodo. Punto molto sulla formazione,
la mia innanzitutto. So che in questa fase ci vuole preparazione, frequento corsi di leadership, public speaking, management. Con i potenziali affiliati e con chi già fa parte della retecondivido le informazioni in un’ottica di trasparenza massima, è questo il nostro principale collante”. E poi c’è il team. “Il salto di qualità dell’azienda è arrivato anche grazie all’innesto con manager qualificati come Massimo Barbieri – prosegue Nicastro -.Adesso siamo alla ricerca di profili alti, che ci permettano di strutturarci
al meglio”. Se Löwengrube fosse un bambino, potremmo dire che vi state preparando a gestire uno scatto di crescita che in fondo è già arrivato. “Sì. Ne abbiamo già vissuto uno che ci ha cambiato profondamente perché ci ha permesso di passare da una dimensione locale a quelladi format replicabile e scalabile. L’ingegnerizzazione dei processi è stato un percorso faticoso ma indispensabile, che ha richiesto sperimentazione, test, elasticità. Ma una cosa non mi è mai mancata: la motivazione. E se sei motivato, puoi arrivare ovunque”.
E.D.

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