Il franchising è un ottimo mezzo per avviare un’attività imprenditoriale perché consente di iniziare un percorso associandosi ad un brand noto sul mercato, che possiede anche già uno storico in termini di costi e ricavi. Chi sceglie la formula franchising quindi riesce a ridurre significativamente anche il rischio imprenditoriale legato agli investimenti da effettuare e all’andamento del mercato.
Ovviamente è preferibile che il contratto venga studiato da un legale specializzato, che potrà valutare le eventuali modifiche o integrazioni da apportare. Non bisogna sottovalutare questo fondamentale passaggio perché a volte, presi dall’entusiasmo per l’inizio di una nuova attività, o nell’ottica di un risparmio di costi, non ci si rivolge ad un legale – esperto in materia che ha quindi esperienza sul campo – e si preferisce fare da sé o chiedere la cortesia ad un legale amico, che magari è sicuramente preparato ma si occupa di tutt’altro.
Nel franchising è essenziale regolare i rapporti contrattuali tra il franchisor e il franchisee in modo uniforme ed omogeneo, dato che uniforme ed omogenea deve essere la rete in franchising. Per fare ciò, è necessario che il franchisor predisponga ed utilizzi un contratto standard di franchising, cioè delle condizioni generali di contratto di franchising, da applicare a tutti i franchisee aderenti alla propria rete, sia pure con qualche (limitata) differenza derivante dalle condizioni particolari dei singoli franchisee. Ciò permette al franchisor di regolamentare i rapporti con i franchisee in modo in modo ottimale ed uniforme, e di evitare di dover ogni volta predisporre e negoziare un apposito contratto per ogni singolo nuovo affiliato.
Particolarmente importanti – e quindi, tali da meritare molta attenzione in fase di redazione – sono alcune clausole del contratto di franchising quali ad esempio: la durata del contratto e le possibilità di recesso; il corrispettivo (entry fee, royalties, prezzo di acquisto); i servizi di assistenza, formazione etc. e gli altri obblighi a carico del franchisor; l’obbligo di non concorrenza e gli altri obblighi a carico del franchisee; la riservatezza e la tutela del know-how; lo scioglimento del contratto e le conseguenze dello scioglimento. Al di là di tali specifici aspetti, il contratto standard di franchising dovrebbe essere redatto e strutturato secondo alcuni principi generali, che sono in buona misura comuni a quelli su cui si fondano le condizioni generali di contratto adottate dalle imprese per regolare i loro rapporti commerciali.
Più in dettaglio
Il contratto di franchising è un contratto atipico, cioè non direttamente disciplinato dal Codice Civile e rientra nella categoria dei contratti di distribuzione.
Il legislatore ha provveduto a disciplinarlo in una legge apposita, la legge n. 129 del 2004, entrata in vigore il 25.05.2004.
Le disposizioni più significative dettate dalla legge 129/2004 si possono sintetizzare così:
I contratti di franchising dovranno quindi essere redatti per iscritto e alcuni elementi devono essere espressamente indicati nel contratto (art. 3, comma 4). Tra questi:
Dovranno inoltre essere indicati eventuali minimi di incasso da realizzare da parte del franchisee, le eventuali modalità di riconoscimento dell’apporto di know-how da parte del franchisee, nonchè l’ambito di un’eventuale esclusiva territoriale.
L’articolo 6 introduce gli “obblighi precontrattuali di comportamento“, i quali sono rivolti a garantire una sufficiente ed adeguata conoscenza del contratto soprattutto al soggetto considerato economicamente più debole, cioè il futuro affiliato, affinchè possa ottenere il maggior numero di informazioni possibili, tra cui:
Inoltre l’affiliato ha la possibilità di richiedere informazioni che riguardano il numero degli affiliati, la relativa ubicazione e la variazione anno per anno con riferimento agli ultimi tre anni.
Il legislatore ha introdotto due obblighi a carico dell’affiliato:
Gli obblighi comportamentali riguardano l’affiliante oltre che l’affiliato ed entrambi hanno il dovere di comportarsi con lealtà, correttezza e buona fede.
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