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Franchising e imprenditoria: la parola d’ordine è diversificare

Claudio Iannucci e i suoi due fratelli hanno iniziato nel settore dell’abbigliamento e poi hanno ampliato il loro business aprendo negozi al dettaglio. La loro curiosità, passione e intuito verso nuove opportunità li ha spinti a optare per il franchising. Oggi, possiedono 21 punti vendita con diversi marchi e in vari settori.

Alcuni di questi negozi si trovano all’interno di centri commerciali come quello a Casoria (Napoli) o a Campobasso nel Centro Commerciale del Molise.

Altri invece si trovano in centro città, come ad esempio quello ad Avezzano (L’Aquila) oppure presso l’outlet del Cilento con un Kasanova Easy. Nonostante le dimensioni e gli approcci differenti, tutti i negozi offrono prodotti del marchio con lo stesso rapporto qualità-prezzo.

Ognuno deve fare il proprio lavoro”, esordisce così Claudio Iannucci, amministratore delegato del gruppo che gestisce nove store a marchio Kasanova e 21 punti vendita di diversi brand, parlando del mondo del franchising e del perché delle sue scelte.

Iannucci, insieme ai fratelli, ha iniziato a lavorare nel retail in franchising nel 2001, prima era un imprenditore nel settore abbigliamento, con un’impresa di 70 dipendenti che operava per conto terzi e per l’export sul mercato americano.

Volevamo diversificare il business perché la moda in quel periodo era in crisi, ma noi eravamo produttori, non commercianti. Appoggiarsi a brand di successo ci ha permesso di abbassare il rischio”, spiega l’imprenditore.

Una storia di imprenditoria a tutto tondo. Ci racconta il suo percorso?

L’avventura nel franchising dei fratelli Iannucci è cominciata agli inizi del millennio con il marchio Carpisa, aprendo il settimo negozio in Italia. Successivamente, hanno continuato la loro scalata nel mondo del retail con Yamamay e Aw Lab, di cui hanno contribuito al successo aprendo nove negozi in soli tre anni.

Tuttavia, la svolta decisiva si è avuta cinque anni fa con l’inaugurazione del loro primo negozio Kasanova ad Afragola, vicino a Napoli.

Il marchio aveva già suscitato l’interesse dei fratelli Iannucci per la sua intrinseca possibilità di espansione. La loro intuizione si è dimostrata vincente: i fratelli hanno rilevato alcuni punti vendita già aperti, ma da rivitalizzare e ne hanno aperti altri ex novo.

In totale, nove store che, in questi anni, hanno vissuto una crescita esponenziale anche grazie al periodo della pandemia che ha favorito le vendite nel settore casa. L’ultimo Kasanova è stato aperto all’interno del centro commerciale L’Aquilone all’Aquila.

Le tre società dei fratelli Iannucci, Ian group, Vian group e Ut group, possono dunque vantare un’esperienza di successo nel franchising, maturata attraverso una cura maniacale per i dettagli e la scelta oculata dei marchi da rappresentare.

Gli altri punti vendita dove si trovano

I negozi Kasanova dei fratelli Iannucci si trovano in diverse location, adattandosi alle esigenze dei clienti. Alcuni punti vendita si trovano all’interno di centri commerciali, come quello a Casoria (Napoli) o quello di Campobasso, nel Centro Commerciale del Molise. A Eboli (Salerno), invece, lo store Kasanova è collocato nel centro Le Bolle.

Ma la presenza del marchio non si ferma solo nei centri commerciali: i fratelli Iannucci hanno scelto anche centri città come Avezzano (L’Aquila) per ospitare uno dei loro negozi. Inoltre, è possibile trovare un Kasanova Easy presso l’outlet del Cilento.

Insomma, le dimensioni e gli approcci dei negozi sono diversi, ma tutti condividono i prodotti del marchio e il medesimo rapporto qualità-prezzo, offrendo ai clienti una vasta gamma di prodotti per la casa.

Perché proprio Kasanova?

Ho conosciuto il marchio perché nel settore se ne parlava come di un progetto interessante. Inoltre, si trattava di cimentarsi in qualcosa di diverso, in un settore al di fuori dell’abbigliamento di cui ci eravamo fino ad allora occupati.

La diversificazione mi piace, è la mia parola d’ordine, per questo non mi limito alla gestione di un solo negozio o un solo marchio. Tra l’altro, Kasanova era già un brand di successo che lavorava moltissimo -afferma Carlo Iannucci-.

In che cosa si distingue il marchio?

Di questi anni di collaborazione non posso che dire cose positive. È un brand che non lascia mai solo l’affiliato, l’abbiamo potuto constatare nel periodo più duro, quello del Covid, dove tutti i componenti dell’azienda hanno fatto salti mortali e si sono dati da fare per attivare meccanismi di vendita a distanza e di e-commerce quando i negozi erano chiusi.  

Questo ha consentito a noi franchesee di salvare le nostre attività in un momento tanto difficile, per poi avere la forza di rinascere. In questi anni, ho visto tante persone che credono in ciò che fanno e non si arrendono mai. Tutto questo non può che dare tranquillità e sicurezza.

Che cosa è importante per lei?

Sottolineo che per me è fondamentale la diversificazione, sia per suddividere i rischi sia per avere sempre nuovi stimoli. Mi piace mettermi in gioco, entrare in prima persona nel business. Ogni 10-15 giorni visito i singoli punti vendita, credo molto nella formazione del personale. Non bisogna dimenticare che la loro motivazione è alla base del successo e del rendimento dello store.

Il futuro di Kasanova tra autoimpiego e multiaffiliati

Il brand Kasanova ha pianificato il suo futuro con una crescente attenzione verso gli imprenditori che vogliono diventare multiaffiliati aprendo più negozi della catena, ma anche verso chi desidera passare da un lavoro dipendente ad un autonomo, coinvolgendosi direttamente nella gestione quotidiana del negozio.

Per rendere l’apertura di un negozio Kasanova più accessibile, la catena ha stretto accordi quadro con BNP Paribas Leasing Solutions e con Grenke.

Questi accordi permettono agli affiliati di richiedere leasing o noleggio per arredi e attrezzature del negozio, trasformando l’investimento per l’acquisto in un canone mensile. In questo modo, anche i nuovi imprenditori possono avviare il proprio business in modo più agevole.

Kasanova: un marchio che soddisfa la voglia di casa

I mobili, il fai da te, gli elettrodomestici, il tessile: tutto ciò che riguarda la casa piace agli italiani. Ci ha pensato la pandemia e la diffusione (anche successivamente) dello smart working a sostenere questa tendenza.

Tant’è che la ‘voglia di casa’, obbligata prima, scelta adesso, ha dato una scossa in generale ai dati del retail non food. Kasanova ha saputo cogliere il momento: “Il grosso del business è arrivato durante il periodo del Covid, quando abbiamo potuto riaprire i negozi”, conferma Claudio Iannucci.

L’importante, come sempre è saper cogliere l’attimo, non tutti ci riescono”.

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