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Assofranchising risponde a Report

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La risposta di Assofranchising

“Il franchising non è ciò che è stato descritto da Report. Il servizio da titolo “Davide contro Golia” mandato in onda dalla trasmissione di Rai 3 lo scorso 3 dicembre riguardante il franchising, ha dato un’immagine fuorviante di un settore estremamente importante per l’economia italiana e per tutti i suoi addetti”. Italo Bussoli, presidente di Assofranchising, la più importante associazione di settore nel nostro Paese, difende l’integrità e l’importanza di un comparto positivo per l’economia italiana denunciando come il servizio realizzato da Report avesse un’impronta diffamatoria. Il tutto è dimostrato dal fatto che Report pur avendo ascoltato a lungo l’Associazione, abbia totalmente ignorato le dichiarazioni rilasciate dal suo presidente.  Il franchising in Italia è un universo che vede crescere il proprio fatturato di anno in anno dando lavoro a migliaia di persone. Solo nel 2017, dati alla mano, il settore, secondo i dati del rapporto Assofranchising, ha registrato un giro di affari di oltre 24 miliardi di euro con una crescita del 2,6% rispetto al 2016 e con un indotto occupazionale che impiega quasi 200.000 persone.  “Anche nel franchising, come in tutti settori, possono certo manifestarsi dei problemi che dovranno essere risolti con le autorità competenti – sottolinea Bussoli –. Ma questo non giustifica in alcun caso il giudizio pesantemente negativo espresso nei confronti di un sistema che garantisce lavoro, in modo particolare a giovani imprenditori, alle donne, e a quanti abbiano voglia di mettersi in gioco creando imprenditoria in grado di produrre valore e ricchezza, in Italia come all’estero esportando il nostro know how. In un momento in cui il nostro Paese era stato messo in ginocchio dalla crisi economica, e ancora fatica ad uscirne, il settore del franchising cresceva e si migliorava, non solo grazie alle multinazionali che hanno investito in Italia, ma soprattutto grazie agli imprenditori italiani che hanno creduto nel sistema e si sono affidati a brand consolidati. Gli stessi negozi di quartiere e le aziende a conduzione famigliare che negli ultimi anni hanno sofferto pesantemente, hanno in molti casi scelto il franchising come meccanismo di tutela dei loro affari. Mettere perciò sotto accusa un intero settore svilendo imprese e persone oneste non è buon giornalismo, ma un danno grave e incalcolabile per tutti”.

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