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Pensioni: nuove regole per i lavori usuranti

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‘Lavorare stanca’ è il titolo di una raccolta di poesie di Cesare Pavese, e, aldilà del titolo paradossale, potremmo notare come ogni lavoro sia faticoso, ma alcuni un po’ di più, tanto da essere definiti “usuranti”. I lavori usuranti secondo la legge sono i lavori in galleria, lavori svolti ad alte temperature, lavori da palombaro e lavori notturni, se si supera una tot di ore all’anno.

Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre, le regole per questa tipologia di lavori, cambiano. Il 20 settembre, infatti, è stato firmato un decreto dal Ministero del Lavoro che cambia i requisiti per l’accesso anticipato al pensionamento per chi ha svolto mansioni faticose e pesanti. Vengono eliminate le finestre mobili e lo spettro dei mestieri considerati usuranti si allarga. In sostanza, i lavoratori che svolgono attività usuranti possono andare in pensione con la quota di 97,6 in presenza di almeno 35 anni di contributi, senza dover attendere 12 o 18 mesi così come in voga precedentemente.

Pensioni per lavori usuranti: le modifiche

La pensione anticipata per lavori usuranti spetta a chi abbia svolto lavori faticosi per almeno sette anni degli ultimi dieci di lavoro, oppure metà della vita lavorativa. Inoltre, la manovra della legge di bilancio 2017 ha eliminato la finestra mobile e l’adeguamento alle aspettative di vita fino al 2025. Le novità riguardano anche il cambiamento dei documenti da dover esibire per la richiesta della pensione, infatti bisognerà consegnare almeno uno di questi documenti: libro matricola, libro unico del lavoro, libretto di lavoro, ruolo di equipaggio, comunicazione al centro per l’impiego su cessazione o variazione del rapporto di lavoro. Diverso per chi ha iniziato a svolgere un’attività usurante successivamente all’11 gennaio 2008, infatti non si dovrà presentare nessuna documentazione, toccherà all’Inps e all’Ispettorato del Lavoro fare i dovuti controlli. Comunque tutti i lavoratori dovranno presentare il contratto di lavoro individuale.

Nulla di nuovo per i dipendenti pubblici, dovranno presentare le certificazioni del datore di lavoro che attesta le mansioni svolte e il compenso ricevuto.

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